Donne eretiche: Gabrina degli Albeti

Siamo a Reggio Emilia, nella seconda metà del Trecento. Incontriamo Gabrina, una popolana che dal 1367 si occupava di fattucchieria, dispensando gratuitamente consigli sulla vita amorosa.

Dal momento che spesso erano le donne a chiedere aiuto alle guaritrici o alle fattucchiere, i rimedi che queste donne elargivano erano sempre a sfavore del marito. Questo fu uno dei punti di forza dell’accusa, in un tempo in cui la donna non aveva alcuna rilevanza sociale. Offendere il marito era un grave atto, ma soprattutto spaventava il fatto che le donne avessero in mano il potere di controllare un uomo. Vediamo perchè.

Se ad esempio una donna veniva picchiata dal marito, Gabrina le diceva di fargli bere un decotto di camomilla. Una donna abbandonata dal marito doveva gettare del sale nel fuoco ripetendo una preghiera: “Così possa essere caldo per me, come fu sua madre per lui”. In alternativa consigliava alla donna di andare di notte in un luogo nascosto, spogliarsi e inginocchiarsi. Avrebbe dovuto poi adorare la stella più luminosa che vedeva dicendo: “Io adoro te, grande diavolo”. A seguire avrebbe dovuto torcere una camicia dicendo: “Come attorciglio la mia camicia, allo stesso modo si attorcigli per me il cuore di mio marito”. 

Se invece il marito tradiva la moglie questa doveva seguire il seguente rito: in un cuore di gallina nera doveva mettere le unghie del marito infedele insieme ad alcuni peli che lei si sarebbe strappata dalla gamba per lo scopo.

Con il cuore così preparato doveva tenerlo addosso e camminare per nove passi, con una candela benedetta accesa e un po’ di piantaggine secca.  Infine doveva far mangiare quel cuore al marito traditore.

Se invece la donna cercava di conquistare un uomo, Gabrina consigliava di recitare in silenzio una formula, in presenza dell’uomo: “Santo evangelo, in nome di Cristo il cuore di Giovanni, sia scritto col mio, sia che lui veda che mi ama, sia che lui non veda che mi desidera”

Ci sono comunque testimonianze di uomini che si rivolgevano alle fattucchiere come Gabrina chiedendo aiuto per conquistare una donna o per sciogliere un maleficio a suo danno. 

L’uso delle erbe, praticato dalle donne, era considerato demoniaco, un sapere proveniente dal diavolo. Le accuse rivolte a Gabrina (pare siano stati 14 i capi di accusa) riguardano infatti la manipolazione di erbe e intrugli. Il tribunale che la processò era infatti un tribunale laico al quale poco importava dei suoi contatti con il demonio, accusa che avrebbe solo potuto aggravare quella di essere una raccoglitrice di erbe. 

Spesso le accuse alle guaritrici emergevano quando i loro consigli non davano i frutti sperati, suscitando rabbia nelle persone che si rivolgevano a loro con fiducia e speranza. L’accusa di stregoneria era un modo comodo e veloce per vendicarsi. Gabrina fu infatti giudicata colpevole perchè aveva utilizzato malefici e incanti ma soprattutto formule che ricordavano le preghiere cristiane, con tanto di uso di candele consacrate e oli benedetti da usare sulla bocca prima di baciare l’uomo da far innamorare. La povera Gabrina fu condannata al taglio della lingua e al marchio d’infamia in modo che nessuno potesse non vedere che cosa accadeva a chi non si sottometteva alla religione dominante. Nel taglio della lingua si nasconde inoltre una subdola insidia: al tempo molte di queste donne non sapevano nè leggere, nè scrivere. Tagliare loro la lingua significava condannarle al silenzio e alla solitudine. 

Processi del genere fanno emergere molti importanti elementi di magia popolare, fino a quel momento silenziosi e nascosti. E se fino a quel momento le pratiche popolari delle streghe furono considerate solo superstizione, con la fine del Trecento tutto cambiò, arrivando a considerare atti contro la religione ortodossa tutto ciò che non ne faceva parte, e dunque la stregoneria divenne al pari dell’eresia da estirpare, per far vivere una sola e unica religione. Iniziò così la caccia alle streghe.

Grazie per aver letto fino a qui, e ricorda di rivolgere un pensiero per queste donne, sperando di dare loro il posto che meritano nella storia, scritta sempre e solo dai prepotenti. 

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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