Le fate , visioni di maggio

Le fate, che popolano le storie dei bambini, rimaste nel folklore popolare hanno bisogno di essere conosciute e riconosciute.

Perchè le chiamo “visioni di Maggio”? Il motivo è semplice: Maggio è un mese molto particolare, connesso con la fertilità e il risveglio, ma non solo, sono innumerevoli le leggende che ci parlano di esseri fatati che nel bosco dimorano e che in questo mese si fanno vedere da noi umani.

Questo periodo è il momento di passaggio dalla metà invernale dell’anno, a quella estiva ed è segnato da un confine sottile, un pò come la fase tra un passo e l’altro quando per un attimo ci troviamo in appoggio su un solo piede. In questo tempo, i Mondi comunicano e noi possiamo fare esperienza delle energie più sottili intorno a noi che spesso vengono chiamate fate, elfi, folletti, gnomi.

Secondo il folklore di moltissimi luoghi, in mezzo alle foglie si nascondono piccoli esseri incantati, fate e folletti che popolano le storie di grandi e piccini ma ho deciso di iniziare a parlare di questi spiriti in base alla letteratura e al folklore più diffuso su di loro, che ci arriva dalle terre Scozzesi a cui seguiranno altri articoli dedicati agli spiriti a noi più vicini per tradizione e uno interamente dedicato al Piccolo Popolo, perchè è necessario fare una distinzione tra i due temi, sempre troppo fraintesi.

Ho letto alcuni libri sull’argomento, uno dei quali mi ha molto colpito che si chiama ” Dalla parte delle Streghe” di Vanna de Angelis nel quale ho trovato molte storie sul popolo fatato, messe insieme prevalentemente dai verbali dei processi per stregoneria, ma anche da chi, come il reverendo scozzese Robert Kirk, sostiene di aver visto e comunicato a lungo con le fate, racchiudendo questa memoria nei suoi scritti. Io ho riassunto (molto!) ciò che ho trovato in questo articolo che spero vi piaccia.

SEGNI DISTINTIVI DEL POPOLO FEERICO

Le fate sono esseri eterei e possono apparire e scomparire a loro piacere ma  hanno poca durata nella materia. Il popolo fatato è numeroso intorno a noi, si cibano di rugiada, linfa o i cibi delle nostre cucine preparati appositamente per loro. Si nutrono anche di energia pura.

Si possono vedere e udire da chi è dotato o sviluppa la seconda vista. Questa facoltà è innata ed ereditaria ma può essere acquistata studiando e intraprendendo un percorso spirituale. Se si acquisisce la dote di vedere ciò che è etereo, le fate potranno mostrarsi in tutta la loro bellezza e soprattutto recitando alcune formule è possibile vederle anche mentre volano.

La tribù del popolo feerico ha una regina delle fate che regola e legifera proprio come nel mondo umano ma più similmente alle api.

Hanno periodi di guerra e di pace ma non possono essere feriti e quando muoiono si trasformano in nuova vita essendo essi energia.
Le loro case sono all’interno delle colline dentro le quali vivono fuochi eterni mantenuti accesi dalle fate stesse e che ricordano la struttura di una tribù primitiva umana.

Hanno armi e tesori nascosti, insegnano agli uomini le loro conoscenze e possono anche unirsi sessualmente con loro.

Talvolta le fate rapiscono alcune donne dopo il parto per allattare i loro piccoli e poi le rilasciano se queste non desiderano più stare con loro. Se viene svelato un loro segreto, carpito durante la permanenza presso la loro dimora le fate puniscono severamente il tradimento. Non sono esseri malevoli come la storia vuole far credere, ma hanno grande rispetto per il loro popolo e lo difendono da chiunque rappresenti una minaccia.

Come sostiene anche Paracelso, il popolo fatato aiuta l’uomo in una collaborazione pura e pacifica quando vi è rispetto. Le fate infatti avvisano gli umani se incombe su di essi qualche sciagura. Fanno dei patti di scambio con l’uomo per insegnare e guidare ai misteri della Natura  con la quale sono connesse e ne leggono i cambiamenti.
Per attrarle dobbiamo tenere puliti i nostri ambienti e chiamarle, ci sono dei periodi più favorevoli per vederle, come appunto il mese di Maggio anche se, il popolo feerico, è sempre ben disposto nei confronti di chi dimostra loro rispetto, e rispetto verso la loro casa: la Natura.


LE PIANTE DEI FAIRIES

Una delle loro piante è il quadrifoglio, che se viene messo sulla testa permette di vedere le fate nel loro mondo, mentre il trifoglio rappresenta le 3 fate che determinano il destino del neonato, proprio come le fatine che troviamo nella fiaba della ” Bella addormentata nel bosco”.

La Digitale invece è considerato un fiore usato dalle fate come cappellino, talvolta come guanto. Anche altri fiori dalla forma a campana sono associati alle fate come dimora del popolo feerico o come strumenti musicali che preannunciano sventura o grandi festeggiamenti.

Il Biancospino si dice sia la loro dimora e possa essere raccolto solo nel periodo dei festeggiamenti di Beltane, ma mai tagliato, in quanto sarebbe un atto sacrilego. Maggiori informazioni su questa pianta le trovi nell’articolo a lei dedicato .

Anche il Tarassaco è considerato legato alle fate, come riparo dalla pioggia, tanto che non può essere raccolto prima dei temporali!


persecuzione delle fate

I fairies, con l’avvento della cristianità e l’affermazione del nuovo culto, diventano la rappresentazione minuscola degli Dei, allo scopo di sminuirli e ridurli al semplice ruolo di “personaggi delle fiabe” o  peggio, al ruolo di demoni. Credo però che molte fiabe che vedono fate e folletti come protagonisti, siano nate per l’esigenza di tramandare storie legate agli antichi Dei, ormai divenuti minuscoli e quasi incredibili. Nascondere nelle fiabe gli Dei della Natura, sotto forma di fate e gnomi ha reso possibile il loro ricordo e soprattutto, permetteva di tramandare un sapere senza essere tacciato di stregoneria. Infatti chi credeva alla loro esistenza, mai messa in dubbio fino al 1800, veniva accusato di stregoneria e condannato. Nei processi del Nord Europa, aver avuto visioni o contatti con le fate era un capo di accusa che spesso portava alla morte.

Le Banshees, nominate nella tradizione del nord Europa,  sono le fate che lavano i sudari dei guerrieri morti in battaglia, sono premonitrici di morte se vengono viste e assumeranno poi il ruolo di esseri malefici. Ancor prima di essere fate però erano Dee o sacerdotesse di una Dea, proprio come in Italia si trovano le fate connesse a Diana e al suo corteo, considerate raggi della Luna che scendono in Terra. Esse viaggiano in cielo come le streghe e si nutrono alle tavole degli umani che le rispettano, frequentano infatti solo le case in cui regna l’armonia e l’ordine.

Il percorso insomma è lo stesso per tutte: prima divinità, poi piccole fate, poi terrificanti demoni

C’è da considerare poi che la fata incarnava l’altra faccia della medaglia della strega, è l’archetipo benevolo, giovane, di bellezza e generosità, influenzata dal bene e facente parte della natura, con la strega, suo opposto:  vecchia brutta, cattiva e che obbedisce al demonio. Tutto questo durò fino a che anche le fate vennero demonizzate, poichè il loro culto prevedeva comunque attui magici e “pagani” malvisti dalla nuova religione. Da fata a strega cattiva, la strada fu breve. 

Le storie di fate univano il popolo. Tra i più poveri, fino alla fine del ‘700 erano raccontate storie di fate ai bambini che sollevavano l’umore e provocavano felicità in coloro che soffrivano. In terra, i poveri sfruttati e umili potevano essere toccati da una fata al pari di un ricco signore. Era questo il messaggio delle fate. Esse vivono nel quotidiano con l’uomo e portano il mondo spirituale nel mondo concreto. Tutti questi aspetti di libertà e uguaglianza furono dei co-fattori per la nuova religione, per screditare le antiche credenze. Tutti gli spiriti che ricadevano nel mondo numinoso, come per esempio gli elfi, le fate, i folletti, ricaddero sotto figure maligne, quasi tutti unificati sotto il nome di strega quando già questo nome faceva tremare il popolo. 

Il declino del popolo fatato

Nel periodo delle persecuzioni contro gli antichi culti, le fate persero la loro potenza di spiriti e furono considerate come diavoli o streghe. In Irlanda sembra che le fate fossero servi di Lucifero e venivano ritenute Angeli Caduti, salvati dalla benevolenza del Cristo. C’era la credenza che questi esseri caddero in mare, nei boschi, nelle città, sotto terra e adattarono il loro potere in base all’ambiente in cui si trovarono a vivere.

Insieme agli spiriti malvagi nacquero anche le pozioni e i trucchi per difendersi da essi come ad esempio era buona norma avere con sè un pezzo di ferro per attraversare i boschi e passare indisturbati agli occhi delle fate. I bambini che vivevano nei territori sotto il potere delle fate venivano protetti durante la notte con dei chiodi messi ai piedi del letto. Durante il giorno al collo del bambino si teneva legata una forbice per impedire che la fata potesse rapirlo. Il sequestro dei bambini era una credenza molto diffusa soprattutto nel Nord Europa. Nel folklore si trovano moltissimi racconti di rapimenti nei luoghi fatati, tanto è vero che i neonati non battezzati venivano sorvegliati giorno e notte dai genitori: bastava una piccola disattenzione, dicevano, perché la fata portasse via il piccolo mettendo al suo posto il neonato della sua specie. Questo fenomeno era chiamato “changeling”.

Beh, è un argomento molto vasto quello del mondo feerico, e se vuoi approfondire il tema ti suggerisco di leggere anche un articolo in cui ho racchiuso alcune informazioni emerse durante un cerchio di studio che trovi qui : About Witches: gli Spiriti di Natura e gli Elementali.

Grazie per essere arrivato fino a qui, a presto con i prossimi articoli sul tema!


*Fonti
Dalla parte delle Streghe” di Vanna de Angelis 
Il regno segreto – Robert Kirk

Il dio delle streghe – Margaret Murray

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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