Voci dal bosco: la capra ferrata

Questo mese ho scelto la storia di una capra in onore dei miei attuali studi sul Dio Cornuto, che spesso è raffigurato con le sembianze di Capra. Era ovviamente una figura che come sappiamo dalla storia, senza paracadute è entrata nella cultura cristiana con il nome di Diavolo e quindi si è espansa come una macchia d’olio nell’oceano, nei tempi in cui la paura e il terrore di un rogo o un’impiccagione predominavano. E così, invece di onorare la capra con i suoi zoccoli e le sue corna, simboli dell’antica divinità dei boschi, proprio questi attributi sono stati resi carichi di terrore nel fiabe per ricordare da che parte stare..

Ci sono moltissime versioni di questa fiaba, che come tutte le fiabe raccoglie formule e scongiuri che era importante tramandare passando inosservati. Nella versione raccolta da Matteo Cosimo Cresti la fiaba ci racconta di una capra ferrata, sotto forma di un piccolo demone a cui piace infestare le case di borghi toscani e spaventarne gli abitanti. 

Ha la caratteristica di avere zoccoli ferrati e una lingua lunga e tagliente come una spada. Occupa le case incustodite spaventando poi gli abitanti al loro ritorno con la sua cantilena:

” Io son la Capra Ferrata, con gli occhi di fuoco e la lingua affilata;
se ti prendo t’affetto come una patata.
Son la Capra Ferrata, con la bocca di ferro e la lingua di spada;
se solo entri ti affetto come una rapa!”

Un giorno la capra minacciò due fratellini sull’usco della loro casa e un uccellino intervenne in loro aiuto:

“Vengo dal bosco e sono un uccello, con il mio becco ti buco il cervello!
Vengo dal bosco e con il mio becco, nella capoccia ti fo (“ti faccio”, in dialetto toscano) un buco secco!”

Così, con questa breve formula, la capra scappò.

In una versione più lunga di questa fiaba, prima dell’uccellino arrivano altri animali nel tentativo di scacciare la capra ferrata, come un bue, un asino e che nonostante la loro stazza non riuscirono a far fuggire la capra. L’uccellino, entrò per ultimo, con più coraggio e soprattutto con la giusta formula nel becco. 

Mi ha ricordato ciò che ho sempre trovato negli insegnamenti sui libri dedicati alla stregoneria e alla magia, ovvero che le parole sono potere, e ancor di più, le parole in rima con la giusta determinazione fanno miracoli, o meglio fanno magie 🙂  Inoltre gli uccellini del bosco, così come le farfalle e le api sono animali che simboleggiano le fate e ne sono messaggeri. Spesso si trovano gli esseri incantati sotto forma di animali per poter entrare nel mondo degli uomini e poter dare il loro aiuto senza rivelare la loro vera identità. Troviamo quindi anche la contrapposizione storica tra il mondo della fata, ovvero di un animale che salva gli uomini, e quello della strega rappresentata dalla capra, entrambi strega e capra creature demoniache nel folklore.

Cercherò altre informazioni su questa Capra Ferrata perchè sono sicura che la sua storia nasconda ben altro. Se hai notizie di simili storie fammelo sapere che sarò felice di condividerle qui sul blog 🙂

Grazie per essere stato intorno al fuoco con me stasera, ad ascoltare questa storia. E se tornando a casa dal bosco troverai la capra ferrata in casa tua, avrai le giuste parole da usare. 

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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