Il serpente: simbologia e tradizioni

Animale temuto, amato, apprezzato per la sua bellezza, ma di cui conosciamo solo una parte della storia. Sotto questo aspetto è molto simile alle streghe, spesso umiliate e denigrate, capri espiatori e rese dalla narrazione dominante, spaventose e pericolose. E infatti, streghe e serpenti sono molto legati. Camminiamo insieme attraverso la simbologia!

Il serpente e la Grande Dea

Che cosa sappiamo di questo animale? Sicuramente che è legato alla terra, luogo sul quale striscia e vive, ma lo conosciamo anche per il suo legame con il maschile, e la sua capacità di rigenerarsi, cambiando pelle.

Questa simbologia è solo una parte del suo “arsenale”. Ciò che ci arriva dalla simbologia antica pre-patriarcale ci racconta la storia di un animale legato alla guarigione, alla forza vitale, all’espansione radicata.  Se infatti lo osserviamo, notiamo il suo movimento a spirale proprio come quello dell’edera o della vite che, crescendo, si avvolgono in un movimento sinuoso. Ed anche questo movimento, dolce, sensuale, lento, ha reso il serpente, un animale legato alla sessualità, alla forza vitale che scorre e quindi alla vita. Il suo cambiare pelle ci racconta di una capacità di rinnovamento incredibile, e per questo è legato alla parte invernale dell’anno, quando la natura si spoglia per poi rinnovarsi. Non solo: il suo riposo invernale lo avvicina ancora di più al tempo del riposo autunnale.

Legato alla terra, alle zone acquose e sotterranee, alle grotte e agli anfratti, ha fatto sì che l’uomo antico, osservandolo, lo associasse alla grande Dea. Si ritrovano infatti molte statuette della Dea con forma serpentina, decorate con i simboli legati alle acque, tipici della simbologia della Dea soprattutto nel neolitico. Il serpente era e resta, nella simbologia magica, un guardiano delle acque, probabilmente per questa associazione con la Dea primigenia, ma anche per la comune simbologia di guarigione delle stesse acque. Conosciamo ancora oggi molte storie di fonti miracolose che in passato erano associate alla Dea o alle varie sue rappresentazioni. 

Nei santuari neolitici, sono stati ritrovati ossa di toro, statuette di serpente e raffigurazioni della Dea nella sua forma di uccello, animale che per primo ha rappresentato la Grande Dea. In questi santuari, risalenti al 6000 a.C. vi era anche il forno per la cottura del pane e della terracotta. Essendo un luogo sacro, si può supporre che tutti questi elementi facessero parte di un rito dedicato alla morte-rigenerazione, dove il serpente rappresenta il ponte, quindi il cordone ombelicale che collega l’utero (rappresentato dal toro) al mondo vivente. E’ facile pensare che in questo luogo si celebrassero anche riti di iniziazione.

Il simbolo del serpente resta associato alla Grande Dea per molto tempo, anche quando avvenne il passaggio all’allevamento e il simbolo del sostentamento umano non fu più legato alla caccia (uccelli e piccole prede) ma ad animali allevati, come l’ariete, che forniva anche lana per l’abbigliamento. Così troviamo immagini di ariete con le corna serpentine. La “Dea serpente” è una delle simbologie più impresse, legate alla Grande Dea. Possiamo quindi già capire che il serpente, esclusivamente legato al fallo, è una teoria del tutto moderna. La sua origine si intreccia a quella della Grande Dea, e quindi alla vita intesa come creazione e fertilità, che non ha connotazione di genere. Ma come in ogni cosa legata alla vita, vi era anche il legame con la morte, come ci insegna la natura, che i nostri antenati, osservavano attentamente.

Il serpente scende nella terra, vive nel buio e porta con sè il veleno mortale. Tutto questo non veniva disonorato, ma tenuto in grande considerazione e rispetto, fino all’incontro con le culture indo-europee che lo ritenevano un simbolo maligno. Proviamo allora a immaginare come, un simbolo legato alla Dea, considerato maligno, possa aver influenzato anche la concezione della Dea stessa per queste culture patriarcali, legati agli Dei maschili del cielo e che esultano e festeggiano quando uccidono serpenti e draghi. Assistiamo così al cambiamento di cultura, che implica necessariamente anche il cambiamento della simbologia. Basti pensare che questi popoli temevano i vortici di vento perchè credevano che vi si nascondesse un serpente. In effetti, la spira era uno dei simboli identificativi della Dea! Per millenni, (un reperto risale addirittura al 12.000 a.C) il serpente è stato usato per decorare oggetti rituali, legati alla Grande Dea, tombe, in segno di rinascita, bastoni rituali per propiziare la fertilità. Dove vi era una spira, vi era la Dea e il suo potere di guarigione e rigenerazione.  

 Dopo il neolitico, il serpente assunse spesso la forma umana, come la famosa Dea Serpente nella civiltà minoica a Creta, nel II millennio a.C. Una donna vestita con una lunga donna, che porta in mano due serpenti. Nel suo vestito si nota la scacchiera, altro elemento distintivo del serpente, che ricorda la sua pelle, così come la gonna fatta di simil- squame. (Foto al lato)

Anche nella cultura celtica, il serpente riveste un ruolo importante nella simbologia, resta infatti la forma della Dea-serpente con sembianze umane e dettagli legati al serpente. Inoltre, questo simbolo a spirale, veniva usato come decorazione del corpo attraverso bracciali e gambali. Dal nord Europa arrivano anche immagini della Dea serpente, con le sembianze di donna e le gambe serpentine, ritrovate sulle navi o sui carri e di cui restano incisioni rupestri in Scandinavia e in Scozia. Addirittura, anche i capelli assumono le sembianze serpentine, immagine famosa nel volto di Medusa. A Roma, la Gorgona, la donna con le spire di serpente in testa e il corpo di serpente, era usata come simbolo protettivo, anche sulle navi o sulle mura della città. 

  Rigenerazione e fertilità

Il serpente diventa poi simbolo di saggezza e di ricchezza, proprio per le sue caratteristiche di accrescimento e di fertilità, e viene spesso raffigurato come un animale coronato. Si parla infatti di conoscenza infusa mangiando o assaggiando la carne di un serpente bianco.  In queste qualità, ritroviamo il serpente nella sua parte di risveglio, quando cioè a primavera esce dal letargo e ricomincia a vivere sulla superficie della terra. Il suo simbolo era attaccato alle stalle e in molte parti d’Europa era un peccato uccidere un serpente. Venivano lasciati vivere sotto la propria casa, senza disturbarli. 

Anche il famoso ceppo di Yule ha una connessione con il serpente, sia per la sua forma, sia per il suo legame con la parte arboricola della natura che in quel periodo dell’anno, al solstizio invernale, dorme. Il rogo del ceppo era il rogo del serpente che si sacrifica per rigenerare la vita a primavera.  

Che dire poi di Esculapio romano e di Ermes, con i loro bastoni a cui sono avvolti due serpenti. In questo caso abbiamo ben rappresentata l’energia duale del serpente, come animale di guarigione e di accrescimento, e come animale velenoso legato alla morte. E’ dunque un compagno che può portarci tra i mondi soprattutto nel tempo della soglia dell’anno, a Samhain, quando è più facile intraprendere questi viaggi e connettersi anche con gli antenati.  Il serpente è il legame tra il passato e il presente, è protettore del clan e porta saggezza e guarigione, ma anche rinnovamento nel suo duplice aspetto di nascita-morte.  Possiamo farci aiutare dallo spirito serpente per scendere nelle meditazioni e nei viaggi spirituali, in cerca di aiuto, ma attenzione: il serpente per i sioux è uno spirito che infonde l’abilità di agire in maniera scaltra, nascosta ma anche di mentire venendo creduti. La sua medicina è usata per i guerrieri che possono così colpire e vincere. Dobbiamo quindi saper discernere il suo messaggio enigmatico. Non vuole ingannarci, ma solo donarci l’abilità di riconoscere il vero dal falso.

Il serpente era poi legato a molte erbe comuni, basti pensare al finocchietto. Le erbe associate al serpente erano molto utilizzate dalle herbane per guarire e aiutare anche nel passaggio tra la vita e la morte. Era un animale sacro nella medicina della terra, e per questo fu demonizzato quando fu il momento di far sparire le antiche tradizioni e chi le praticava. Venne presentato come animale malefico e pericoloso, associato solo al suo veleno e ai luoghi oscuri in cui viveva. Per similitudine venne accostato ai vermi della putrefazione, facendo credere alle persone ignoranti, che senza Dio, il loro corpo sarebbe stato mangiato da questi esseri malefici, mandati dal diavolo dagli anfratti della terra.

Conosci altre storie e tradizioni sul serpente? Di sicuro sì perchè è un animale presente in tutte le culture. Per cui se vuoi, scrivi tutto nei commenti che leggerò volentieri!

Grazie per essere arrivato/a fino a qui!

 
*Fonti
I nativi americani. Miti e leggende
L’oracolo dei Druidi
La ruota di medicina
Il linguaggio della Dea
Appunti miei

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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