Streghe delle 12 notti: la strega viaggiatrice

La figura della strega che viaggia tra i mondi è forse quella che più incarna lo stereotipo della strega a cavallo di una scopa, ma analizzando la sua figura scopriamo chi è davvero e di cosa si occupa.

Questa figura racchiude caratteristiche della strega mutaforma e della donna dal bastone ,  (cliccando sui link accedi direttamente agli articoli) tutte connesse all’arte del viaggio sciamanico e al “volo”. La strega che viaggia è spesso rappresentata a cavallo di animali che da sempre fanno parte della sua schiera di aiutanti, proprio come per gli sciamani infatti, la strega collabora con il mondo naturale e ne assume le sembianze. Nei processi si leggono spesso frasi del tipo “si trasformò in una lepre per andare al sabba”, e anche per questo ti rimando all’articolo della strega mutaforma dove trovi informazioni più specifiche. 

Gli animali principali che vengono cavalcati dalla strega per i suoi viaggi sono i lupi, gli orsi, le oche. Ma perchè la strega viaggiava? E dove andava? Sappiamo che la facoltà delle streghe di viaggiare era data in larga parte dall’uso di sostanze psicotrope, i famosi unguenti nella nostra tradizione, in modo tale da abbandonare lo stato di coscienza ordinario per raggiungere il mondo degli spiriti.

Dai resoconti processuali emerge che il fenomeno definito “volo al sabba” era una pratica molto comune derivata appunto dall’uso di un unguento dai poteri allucinogeni che attraverso bastoni di legno le donne spalmavano soprattutto dentro le mucose vaginali, in modo da non essere scoperte. 
In Francia nel 1652, una strega confessò che quando desiderava andare alle danze, si cospargeva il corpo con un unguento che le aveva dato uno stregone mandato dal diavolo. Anche nel Somerset le streghe, intorno al 1664, dichiarano di ungersi la fronte e polsi con un olio dal profumo naturale, portato dal demonio e di essere poi trasportate da un luogo all’altro in assai breve tempo.
Le streghe svedesi, nei resoconti processuali del 1670, dichiarano che  il loro Dio, ovvero il diavolo, “ci dà un corno che contiene unguento con cui ci spargiamo il corpo, dopodiché invochiamo il diavolo e andiamo via”.
Le erbe utilizzate per il famoso unguento del volo sono l’aconito, la cicuta e la belladonna. E’ un unguento ricco di alcaloidi che inducono lo stato di sogno liberando l’anima dal condizionamento del corpo. Usato sulla pelle  dilatava i pori e permetteva l’assorbimento delle sostanze allucinogene.
Il corpo durante il volo, non andava toccato altrimenti l’anima non sarebbe potuta rientrare.

La raffigurazione dell’anima che esce dal corpo è come quella di un fumo, e per trasposizione la strega che esce dal camino è la rappresentazione simbolica del volo al sabba.
Nel folklore e nelle storie per i bambini sono rimaste queste immagini che se ben comprese possono aprire la consapevolezza su ciò che era il mondo della stregoneria e su certe pratiche rituali delle streghe.

Ecco che questo atto psicologico si trasforma in un vero e proprio spostamento della coscienza, percepito dalle streghe come un vero e proprio viaggio fisico, cosa che emerge nei processi.

Nel mondo degli spiriti la strega andava per ottenere la conoscenza di ciò che doveva ancora avvenire. In alcuni testi antichi legati alle tradizioni del Nord Europa   ritroviamo questi riferimenti: “una strega cavalca un lupo al crepuscolo, vide chiaramente che presto il figlio di Sigrllin sarebbe caduto sul Sigarsvellir” 

Esiste poi una pietra runica in Svezia a Hunnestad , del 1600 sopravvissuta alla distruzione, che raffigura che una donna a cavallo di un lupo e che utilizza dei serpenti come redini. Nei Balcani la vila cavalca un cervo di 7 anni, anch’esso imbrigliato con dei serpenti, animali legati al viaggio tra i mondi, agli antenati e spiriti aiutanti nel raggiungere altri stati di coscienza.

Abbiamo un’ulteriore testimonianza di come il volo, gli animali e la magia fossero intersecati nella cultura del Nord, da una parola: “gandreid“. Gandr indica il cavalcare il bastone ma è anche uno spirito aiutante e indica la magia.

Ricorre quindi ancora il bastone come strumento del volo, e come abbiamo già visto nell’articolo dedicato alla Donna dal bastone, le streghe si spostavano cavalcando, proprio come prima di loro, gli sciamani usavano dei bastoni intagliati con le sembianze di animali.

Oltre al bastone, gli strumenti del viaggio sono la scopa, la rocca, le forchette. Questi sono tutti simboli che raffigurano temi e attività sacre, come ad esempio la rocca è il simbolo della tessitura, antica arte delle donne e di cui ho parlato nello specifico qui  La strega tessitrice e anche sulla scopa e la simbologia del forcone ho racchiuso alcune ricerche in questo articolo: Le origini e la simbologia della scopa.

E’ probabile dunque che fosse proprio il manico della scopa questo oggetto sul quale si spalmava l’unguento e a tal proposito c’è da ricordare che soprattutto la stregoneria medievale era una pratica “casalinga” dove gli strumenti sono quelli di uso comune (anche perchè non dovevano destare nessun sospetto).

Esisteva un’espressione specifica per indicare il volo: night-farer  che indica il viaggiatore o la viaggiatrice notturna ovvero coloro che cavalcano nel buio. Tra queste figure spicca la strega, che come sappiamo vola di notte insieme al corteo delle sue “sorelle” per far visita agli umani, e sempre di notte vola al sabba mentre tutti dormono.  Questo aspetto, di volare o spostarsi di notte è anche un’espressione che può mettere in luce il viaggio nel mondo nascosto degli spiriti, ed era motivo di inquietudine per le persone che temevano il buio e l’oscurità. Essere definiti dei night-farer poteva essere molto rischioso. Nelle leggi islandesi dell’VIII secolo veniva proibito il viaggio notturno in quanto considerato atto di stregoneria. E se lo proibivano, significa che la pratica era molto radicata tanto che, nonostante le repressioni, il volo arriva fino al medioevo dove crea l’immagine delle streghe volanti, che si recano al sabba. 

Come sempre, è stato affascinante viaggiare con le nostre antenate, e se conosci libri o riferimenti per approfondire questo tema, fammelo sapere nei commenti.

Al prossimo mese, con l’ultima figura delle streghe delle 12 notti. 

Fonti”

Vanna de Angelis – Le streghe
Max Dashu – Streghe e pagane
Margaret Murray – Il Dio delle streghe
Appunti miei delle varie ricerche personali

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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