Streghe delle 12 notti: la profetessa

Continuiamo la nostra esplorazione della figura della strega trattando l’arte della profezia. Questo mese approfondiamo il tema già trattato lo scorso mese con la figura dell’indovina.

Di solito quando si parla di streghe si pensa a donne in grado di usare rimedi, ma anche a quella categoria di persone che usa oggetti e sapienze, per fare previsioni.  Alcuni nomi che indicano la strega, fanno riferimento proprio all’arte del “vedere“.

Ad esempio, la donna saggia in antico norreno, è connessa alla parola vitka che significa strega, e derivano infatti dalla stessa radice arcaica che indicava il vedere. La parola guaritrice in lingua russa viene tradotta con “donna che sa” e anche in finlandese la parola strega è collegata ai termini che si riferiscono a sciamani e sciamane e dunque a coloro che praticavano la guarigione e la profezia. La parola vedavica indica “colei che conosce”, in lingua slava, e ritroviamo la radice –vic come vitka e -veda (dalla radice indoeuropea) -weid che significa conoscenza.

Anche nelle lingue gaeliche troviamo la radice -wel che significa vedere e dunque ci si riferisce al veggente  indicato nelle lingue gaeliche con uidlua, gwelet, velet.

Nella religione celtica esistevano i Bardi, ovvero i poeti, coloro che erano i detentori della tradizione in quanto mettevano in musica ciò che doveva essere tramandato. Erano figure sacre e considerati come veggenti, come coloro che riescono a canalizzare la saggezza che illumina e ad avere una visione profetica ispirata.  

Anche in latino, ad esempio, vates è il “veggente ispirato dal Divino” dunque un profeta o una profetessa che può fare il vaticinio e quindi la predizione e la profezia. Queste particolari capacità erano associate ad uno stato alterato di coscienza. 

L’ispirazione spirituale attribuita ai vates, in latino è definita divina quindi, si unisce la capacità di vedere con la capacità di canalizzare il sacro.

La differenza quindi tra l’indovina e la profetessa è proprio in questa particolarità: se l’indovina era colei che leggeva i segni e quindi si basava sui segni materiali, come quello che possiamo oggi considerare la lettura di un oracolo, la profetessa ha la capacità di canalizzare il messaggio divino attraverso gli strumenti o semplicemente attraverso l’ispirazione Divina in seguito allo stato di trance. 

Ad esempio la Pythia che era la donna serpente, oracolo di Delfi era ispirata dal suo spirito- serpente. La Pythia profetizzava proprio in stato di estasi. Queste pratiche e tutto il lignaggio delle pizie venne soppresso con l’impero Cristiano.

In un testo irlandese dell’ottavo secolo, per condannare questa antica arte, si cita un pezzo del Levitico in cui si nominano coloro che avevano un pitone o uno spirito divinatorio. Si legge: “Coloro che sono divinus o divinas, ovvero pitonissas, attraverso cui i demoni danno risposte a coloro che li interrogano che, credendo a ciò che dicono, si recano in luoghi nascosti o ascoltano qualunque cosa i demoni o spiriti dicano, non sono cristiani ma pagani.”

Il termine “pitonissas” è latinizzato dai chierici medievali per intendere le streghe in stato di trance e che fa riferimento alla Pythia antica e alle sue pratiche. Questo termine si trova anche nella Bibbia vulgata, la versione della Bibbia tradotta in latino.

 I Galli e gli Ispani consideravano gli indovini e i guaritori arioli o ariolae e si trova traccia di questi termini  nelle accuse dei vescovi francesi. Queste figure si trovavano presso santuari naturali dove le persone potevano consultarle oppure venivano invitati nelle case per le divinazioni, le guarigioni e le purificazioni. La Chiesa ovviamente insisteva che queste cerimonie profetiche erano rivolte ai demoni, ma per un certo periodo le persone considerarono questi guaritori molto importanti nella vita quotidiana e non dettero conto alle voci del clero fino a che poi non divennero più pressanti con le accuse.  Ad esempio nel 932, alcuni vescovi tedeschi, proibirono il digiuno perché era percepito come qualcosa che si faceva più per la divinazione “ariolandi” che per osservare una legge cattolica. Sappiamo infatti che il digiuno è tra le pratiche estatiche dello sciamanesimo e così anche le streghe lo praticavano prima dei viaggi. In un penitenziale del IX secolo si legge anche infatti che “le persone si dedicavano al digiuno in onore della Luna per ottenere una cura“. Forse c’è un collegamento con le pratiche dei giovedì di Tempora? Sarebbe da approfondire!

Per il momento ti ringrazio per essere arrivato fino a qui.
Spero ti sia stato utile e ti ricordo che nel canale YouTube trovi anche gli audio di questa rubrica. 

Fonti 
Vanna de Angelis – Le streghe
Max Dashu – Streghe e pagane
Rosella Omicciolo Valentini – Le erbe delle streghe nel Medioevo
Eddy Pagano – I segreti delle Streghe
Appunti miei delle varie ricerche personali

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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