About Witches: le Divinità

Bentornato alla lettura degli articoli dedicati agli incontri mensili di About Witches, il cerchio di studio e condivisione su temi legati al mondo della Strega e le sue Arti.

Nel primo incontro del 2018 abbiamo affrontato l’aspetto legato alla figura della Strega, e qui puoi trovare l’articolo Chi ( o cosa) è la Strega.

Quello che stai per leggere qui di seguito è invece il contenuto della nostra ultima “riunione” in cui abbiamo analizzato e dibattuto su cosa sono le divinità e come vengono percepite nell’animo di una strega.

Buona lettura!


CHE COSA SONO LE DIVINITA’

Ciò che percepiamo di esse è che sono entità eteree con una propria identità e che scaturiscono da una cellula Madre della quale rappresentano i vari aspetti e le molteplici e infinite qualità.

Hanno una loro consistenza energetica e se ne può percepire la presenza quando anche noi raggiungiamo un livello vibratorio simile al loro, uno stato di coscienza non ordinaria, ad esempio quando meditiamo o siamo presenti alla nostra anima.

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Esistono molte divinità perchè come già detto ogni divinità rappresenta una delle infinite caratteristiche della divinità matrice, la Madre da cui tutto si origina e che permea ogni cosa. L’uomo ha dato a queste caratteristiche divine dei nomi, in base al suono (e quindi alla vibrazione) che esse emanano. Possiamo dire infatti che queste entità sono scintille divine in forma pura, mentre tutto ciò che è incarnato contiene comunque la divinità pura all’interno ma non ne ha consapevolezza, almeno nei tempi moderni,  fino a che non inizia un lavoro di riconnessione al divino attraverso la magia, la divinazione, la preghiera. Quando apriamo il contatto con il divino, in noi si riattiva la nostra scintilla divina e ne prendiamo coscienza.

Nell’antichità infatti quando un membro della famiglia moriva si trasformava in una divinità tutelare della famiglia o del luogo, veniva cioè riconosciuta quella scintilla divina, emanazione della matrice.

Nelle culture più “moderne” la divinità assume forma umana, pensiamo ad esempio alla cultura greco-romana, e questo atto di incarnare la divinità rendeva più facile avvicinarsi ad essa, e sentire la divinità dentro l’uomo. Probabilmente però questa antropomorfizzazione del divino con il passare del tempo ha allontanato l’uomo da esso, che sembra ora trovarsi solo all’interno di figure ben precise da venerare e che si trovano all’esterno di noi, in opposizione con i millenni di sciamanesimo in cui la divinità era in ogni cosa e veniva onorata all’interno dei corpi incarnati (sassi, piante, animali, uomo).


STREGA E DIVINITA’

La stregoneria è un insieme di pratiche che comprendono la magia, la preghiera e la divinazione ed tutte prevedono la devozione al divino in quanto Arti che riconnettono al Tutto e quindi anche con la scintilla divina che permea ogni cosa.

Sia la magia che la divinazione sono pratiche che permettono di interagire e dialogare con il divino, ecco perchè il rito prevede sempre di rivolgersi ad una o più divinità dalle quali, per legge di Natura, arrivano aiuti e risposte.

Un’altra pratica antica, oggi un pò sottovalutata è la preghiera, un mezzo di contatto empatico e spirituale per chiedere aiuto al divino che essendo in noi, agisce e muove energie per esaudire la nostra richiesta. I modi in cui siamo aiutati dalla divinità però non sono sotto il nostro controllo, talvolta una preghiera viene esaudita in un modo inaspettato o non come avremmo voluto, ma solo perchè il divino si muove con le leggi della Natura, che restano per molti di noi umani ancora sconosciute.

In magia mi affido ad una forza superiore, prendo energia da me e dalla Natura e dono un’offerta di scambio in base all’essenza della divinità con cui ho lavorato. Lo scambio deve essere equo e appropriato, la sola richiesta, non apre la comunicazione, anzi secondo una delle leggi spirituali, il prezzo per la richiesta andrebbe pagato prima in modo che l’energia prodotta sia già disponibile per operare il rito. Il pegno che paghiamo deve essere onorato, sia per bilanciare l’energia ricevuta, sia per rafforzare la nostra disciplina e il rispetto delle regole spirituali. Si tratta di promesse, ma anche di offerte fisiche come ad esempio cibo da lasciare in Natura. Su questo punto il consiglio è di donare un semplice capello, in modo da non lasciare in giro del cibo che potrebbe essere dannoso per gli animali che lo trovano.

Un’altra possibilità è creare un rituale apposito per le offerte in cui chi opera consacra la sua promessa per onorare i futuri rituali. E’ idea comune però che la strega considera sacra la sua vita e quella altrui, ogni momento è magico e ogni atto verso il prossimo può essere un’offerta alla divinità nella vita quotidiana: un sorriso, un aiuto, l’energia sessuale.


SIMBOLI DELLE DIVINITA’
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Come abbiamo detto le divinità in seguito all’animismo e allo sciamanesimo, dove l’uomo riconosceva il divino in ogni cosa, prendono forme umane con attributi e caratteristiche che esprimo l’essenza e l’emanazione di quel divino. Anche il nome della divinità è la rappresentazione sonora della sua essenza, della sua emanazione. Infatti in culture diverse si trovano nomi simili o almeno, con radici simili che indicano lo stesso principio divino, che potrebbe essere definito archetipo.

I simboli attribuiti alla divinità, a cominciare dagli animali fino ad arrivare ai segni grafici come ad esempio i pentacoli sono configurazioni energetiche, esattamente come il nome della divinità, che esprimono l’emanazione divina attraverso la raffigurazione, un linguaggio arcaico che ricollega subito il nostro inconscio con l’energia divina. Il disegno è stato infatti il primo modo di prendere coscienza di sè, e le pitture rupestri e le incisioni ne sono la prova. Il simbolo diventa così una chiave di accesso per chiamare il divino.

Il pentacolo per esempio è una forma archetipale che richiama nel nostro animo la sensazione della totalità, della vita di tutto ciò che esiste. Non è spiegabile con mente cosciente ma se ascoltiamo il cuore meditando sul disegno di un pentacolo possiamo riconoscere la sensazione di appartenenza al Tutto.


LE PREGHIERE E IL SUONO
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Sui nomi abbiamo già detto che si tratta di sonorità che esprime l’essenza della divinità e sono una parte importante del rapporto con il divino poichè usando il nome di una divinità, pronunciandolo fermamente, richiamo a me quell’energia e la attiro dentro di me, anche mentre opero un rito, come il simbolo, anche il suono è una chiave di accesso per il divino. Ci sono i suoni tradizionali antichi che indicano una divinità ma possiamo anche attribuire noi un suono al tipo di energia che percepiamo, un pò come un musicista che traduce in musica un’emozione e la materializza per il resto del mondo, la incarna. Ed è così che secondo quasi tutte le culture, il mondo ha avuto origine: a partire da un suono, una vibrazione, inizia il processo di aggregazione della materia.  Il suono sacro che percepiamo legato ad un’essenza divina può non essere per noi il nome di quella divinità ma ciò che essa ci suscita. Per tornare all’esempio del musicista, se deve esprimere gioia non è scontato che usi suoni squillanti, potrebbe scegliere di usare violini e arpe che richiamano l’acqua perchè per lui il mare è il luogo che gli procura massima gioia.

Ci siamo chiesti se le preghiere con cui ci connettiamo con il divino e chiediamo aiuto devono essere quelle antiche oppure possono essere preghiere scritte da noi. Come nel caso del simbolo e del suono legato ad una divinità, anche la preghiera che potremmo definire tradizionale, è un mezzo per connettersi alla matrice della tradizione a cui facciamo riferimento esattamente come il nome permette di agganciarsi alla matrice dell’oggetto chiamato. Ecco perchè è importante ripetere come un mantra i nomi delle divinità e le preghiere e troviamo queste pratiche ad esempio nella tradizione induista e cristiana in cui attraverso il rosario ripetiamo e invochiamo la preghiera.

E’ comunque consigliato provare a scrivere le proprie preghiere quando ci sentiamo connessi alla divinità perchè in fondo, questo è il modo in cui sono state scritte le preghiere tradizionali, ovvero in momenti di “misticismo” e presenza che tutti noi possiamo raggiungere.


LA DIVINAZIONE

Una delle pratiche della strega è proprio la divinazione che anticamente assumeva il significato di entrare in contatto con il divino e riceverne i messaggi attraverso un linguaggio simbolico. Tutt’ora viene usata nonostante i vari stravolgimenti che la relegano spesso al solo ruolo di predire il futuro.

Ma che cosa si nasconde dietro la divinazione? Attraverso tecniche o strumenti (specchio, tarocchi, rune, lettura dei movimenti naturali, interpretazione dei sogni) codifico un simbolo, che è la rappresentazione grafica del  messaggio della divinità. La previsione del futuro avveniva in questo modo sacro, anche andando a leggere i movimenti interiori e quindi divini di chi consulta un oracolo. Ogni strega ha il proprio strumento divinatorio preferito, che è quello che risulta più affine alla sua essenza, e alle capacità acquisite di vita in vita.


CONCLUDENDO

Sappiamo da molti studiosi che le divinità antiche furono poi demonizzate, furono distrutte statue che le rappresentavano, messi al bando i riti in loro onore e le pratiche di contatto. Divennero così entità legate a credenze popolari, che sono arrivate fino a noi nella loro forma in “miniatura” nel folklore. C’è chi addirittura sostiene che le divinità si siano trasformate in abitanti del Piccolo Popolo..

Oggi, forse, abbiamo la responsabilità di ricominciare a parlare con il divino, a praticare la preghiera come strumento di umiltà e presenza e far rivivere in noi la scintilla che ci connette agli antichi Dei.

Che ne pensi? Se vuoi nello spazio per i commenti qui sotto puoi lasciare le tue riflessioni.

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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