L’alimentazione in armonia con la Terra

 

“È vero che l’uomo è il re degli animali, perché la sua brutalità supera la loro. Viviamo grazie alla morte di altri. Già in giovane età ho rinnegato l’abitudine di cibarmi di carne, e ritengo che verrà un tempo nel quale gli uomini conosceranno l’anima degli animali e in cui l’uccisione di un animale sarà considerata con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo.”

LEONARDO DA VINCI

 

Cucinare secondo Natura significa utilizzare ciò che la Terra rende naturalmente disponibile nel periodo. Se la Natura fa nascere un frutto naturalmente, senza serre e procedimenti sintetici, significa che la Terra è predisposta per tale frutto e che esso sarà ricco di nutrimento in quel momento stagionale.

Le vibrazioni del frutto di stagione risuonano in te e ti permettono di armonizzarti con le energie del periodo. Ecco perché il modo di nutrirsi è un altro percorso verso la canalizzazione dell’energia della Madre Terra. Mangiare il cocomero a gennaio ad esempio, implica che stai mangiando un frutto con vibrazioni energetiche estive in un periodo invernale ed è un po’ come andare sulla neve con il costume. Niente ti vieta di farlo, ma se vuoi seguire un percorso di riunione con la Madre ci sono delle azioni concrete da fare, in primis considerare il tuo corpo come quello della Terra ed ecco che diventa lampante che se nella terra cresce una carota spontaneamente, puoi introdurla anche nel tuo corpo con la consapevolezza di apportare nutrimento sano e genuino. (Hai già scoperto il primo piccolo trucco per scegliere sempre cibi ad alta vibrazione).

Un altro aspetto dell’alimentazione riguarda quello della violenza. Affronteremo il tema della cucina cruelty free in cui non esistono prodotti di derivazione animale e solo prodotti a chilometro 0 (meglio ancora se auto coltivati). Perché tutte queste condizioni? Non credo ci sia molto da dire sul fatto che animali vissuti in cattività (gabbie costruite intorno a loro, immobilizzati fino alla paralisi)  e poi uccisi barbaramente per poterli mangiare sia una scelta che ti allontana notevolmente dalla Madre. Gli animali sono tuoi fratelli, sono divini come te e al tuo pari. Usarli fa perdere loro dignità e libertà, causa sofferenza e crea anche separazione tra te e loro, li riduce al rango di “prodotti alimentari” invece che di esseri viventi. Chi pratica il sentiero della Natura non dovrebbe fare caso  a certe sfumature?

Stesso discorso vale per derivati animali come formaggi e uova che incrementano violenze nei confronti degli animali. Le uova arrivano da galline tenute chiuse in gabbia, al solo scopo di produrre. Quando non più utili vengono triturate e smaltite (o vanno  a far parte di mangimi per animali). Stessa sorte per i loro piccoletti maschi, i pulcini che non servendo per le uova vengono decapitati a pochi giorni dalla nascita. Il latte, e quindi anche i suoi derivati, puoi averli solo se non esistono più i cuccioli che se ne nutrono. Vitelli, agnelli e capretti vengono allontanati dalla mamma in modo che non “rubino” il latte con cui l’uomo deve fare i suoi prodotti. La mungitura manuale crea iper-stimolazione delle mammelle che si infiammano, necessitando di antibiotici che passano nel latte (esattamente come accade tra mamma umana e lattante) e vanno a finire nel formaggio. Il latte non viene prodotto spontaneamente dalla mucca, ogni goccia di latte è provocata con molta sofferenza per la mamma e per il suo cucciolo.

L’altra questione della cucina non violenta è appunto l’aspetto del cibo a chilometro 0 perché si tratta di ortaggi, legumi e frutta cresciuti vicino a te, che non necessitano di grandi viaggi per raggiungere la tua cucina.  Ogni viaggio che sia in nave, in aereo, in treno, in camion, inquina l’ambiente e deteriora il cibo.
A tal proposito è facile capire come un ortaggio acquistato da un agricoltore vicino casa tua, meglio se di una piccola azienda agricola, sia un vegetale ben curato, e ricco di sostanza.
Le grandi aziende invece per poter produrre grandi quantità di frutta e verdura devono necessariamente usare repellenti chimici contro lumache e insetti, per evitare di vedere la produzione rovinata. Entrare in questo meccanismo significa alimentare la catena di produzione di vegetali e frutti con notevoli danni e sofferenze all’ambiente  e alla nostra salute.
E a chi sostiene che sia comunque ingiusto mangiare frutta e verdura perché anche loro soffrono rispondo si solito che un pomodoro una volta maturo cadrebbe in terra e ammuffirebbe e che la stessa pianta di pomodoro non viene uccisa se mi nutro dei suoi frutti ma muore spontaneamente perchè non sopravvive all’inverno, ha un suo ciclo vitale. Mangiare un pomodoro maturo può essere paragonabile a mangiare una mucca morta di vecchiaia.

Ultimamente invece ho approfondito l’argomento su vari siti, e ho a mia sorpresa scoperto che gli organismi vegetali pur avendo il sistema nervoso che reagisce agli stimoli esterni, la pianta non ha un apparato che traduca questo stimolo in dolore. Staccare un pomodoro da una pianta dunque non crea sofferenza, esattamente come se a qualcuno che si trova in stato di coma pungessimo un dito: il segnale arriva ma non viene tradotto in dolore.

 

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